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La Panini ha intrapreso un ciclo di ristampe con cadenza estremamente regolare di materiale legato agli ultimi venticinque anni davvero molto, interessante. Se la Marvel Saga uscita quasi settimanalmente è focalizzata su Spider-man, in questa serie di volumetti cartonati dedicati agli uomini X troviamo del materiale pubblicato alla fine degli anni ’90 in spillato e praticamente mai recuperato. 

Gli X-men di Joe Kelly e Steven T. Seagle. Si tratta di un ciclo di storie che recupera materiale dalle due testate gemelle Uncanny X-Men ed X-Men. Storie che, per intenderci, avevano nel comparto grafico, disegnatori che rappresentavano quanto di meglio potesse offrire quanto ad autorialità la Marvel degli anni ’90 : Carlos Pacheco e Chris Bachalo. Il primo era ancora in fase di definizione del suo tratto mentre, al contrario, il secondo aveva uno stile perfettamente riconoscibile che, in un’altra testata a lungo non ristampata, X-Generation, aveva mostrato cose eccezionali.  

Bisogna considerare che in quel periodo la Marvel, come quasi ogni altra casa editrice statunitense, cominciava a subire l’influsso della globalizzazione : manga ed anime stavano arrivando anche da quelle parti e, piano piano, nel tratto grafico comparivano le linee di velocità, anatomie leggermente deformed  e, soprattutto, i costumi subivano una mutazione in divise e armature, riempendosi di placche corazzate e cinghie con tasche multifunzione. 

Dal punto di vista narrativo l’arco narrativo si intitola non a caso, ritorno a casa. Dopo un periodo che ha visto gli x-men in giro per il mondo in un alternarsi di eventi estremamente drammatici (Onslaught, Magneto che strappa l’adamantio dalle ossa di Wolverine) e che sostanzialmente ha reso il mondo la loro stanza del pericolo, gli X-Men tornano a Westchester e a quelle atmosfere estremamente care a chi ha amato la decennale run di Claremont.   

Le partite a baseball, la casa scuola che è un rifugio per tutti sono chiari sintomi di un voler tornare alle origini. Seagle e Kelly adottano una linea più intimista con la volontà chiara di fare breccia nel cuore dei fan storici. Guardate la copertina del primo volume : Giant Size X-Men 1 ripreso per indicare i nuovi personaggi che orbiteranno attorno al gruppo. Ecco, semmai, si tratta di una formazione minore, per quello che riguarda i grossi calibri.  

Arruolati quasi in contemporanea, Cecilia Reyes, che fungerà come medico del gruppo, Marrow, ex Morlock con le ossa che le spuntano fuori dal corpo e Maggot, con le sue scolopendre giganti, serviranno a completare un rooster che vede Wolverine guadagnare sempre di più il ruolo di mentore e colonna portante del gruppo.  

Questa run servirà da riorganizzazione del team, dopo che negli anni passati ci si è trovati ad avere un numero sproporzionato di membri. Ma la cosa che amo particolarmente di queste storie è il livello dei dialoghi. Dopo l’abbuffata di sintesi degli anni ’90, le pagine si rinfittiscono della soap opera mutante e dal punto di vista sentimentalistico tutto sembra ruotare attorno alla love story di Rogue e Remy Le Beau, caduto in disgrazia dopo che la sua connivenza con i Marauders, responsabili del massacro mutante veniva diffusa.  

Storie per appassionati, per amanti della saga degli X-men. Peccato che, quanto a fama, appena pochi mesi dopo , verranno subissati completamente dalla run di Grant Morrison.  e dalla trasformazione totale del franchise per gli anni duemila.  

Ryo Flywas

un nerd che si racconta ai nerd. Scrivo per passioni (al plurale). Conduco il the Flywas Show tutte le sere, venti minuti a sera. il mio sogno? la perfetta collezione di cultura nerd!

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