
Presentato nel corso dell’ultima kermesse lucchese, Tenebrosa è un primo tentativo, da parte della SBE di dedicarsi al fumetto francese, la tanto leggendaria BeDe!

Sul perché si sia scelta una serie marcatamente fantasy, credo sia ovvio. Dai tempi di Game of Thrones è il genere che attira di più. Ed i fan di Dragonero credo ne sappiano qualcosa!
La storia editoriale di Tenebrosa è affascinante, un’odissea visiva e narrativa che non solo cattura l’immaginazione ma la trascina in mondi fantastici e oscuri, dove la lotta tra il bene e il male si intreccia con temi universali di potere e corruzione. La collaborazione tra Mallié e Hubert è palpabile in ogni tavola, ogni linea e colore, creando un’opera che, pur essendo radicata nel fumetto francese, parla una lingua universale di emozione e dramma visivo.
Se prendiamo in considerazione la scrittura dei due personaggi principali, il cavaliere decaduto Arzhur e l’oscura principessa Islen, diventa immediatamente chiaro che ci si trovi di fronte ad una inversione degli archetipi principali. Nessun cavaliere senza macchia e senza paura, nessuna principessa vergine. Al contrario ci si trova davanti due esseri (almeno in parte) umani, danneggiati, moderni in un contesto dove traumi infantili, nevrosi e fallimenti vanno ad incidere sull’economia della storia.

Il contesto è quello di una fiaba fantasy, ricostruita in una Francia merovingia con derivazioni mistiche. Bastioni con grandi torri, panorami boscosi che rimandano a Normandia e Bretagna. Un regno, umano, dove un vecchio e non troppo saggio re convive con l’aver messo al mondo una figlia con una creatura diabolica.
La stessa Islen, per amore del padre si ostracizza in un maniero assieme alle creature sue amiche. Arzhur si fa convincere, con l’inganno di tre vecchie erinni, a liberare la principessa tenuta prigioniera dalle creature. E da là inizia la loro avventura picaresca.
Dal punto di vista grafico, Tenebrosa rappresenta un trionfo di stile e tecnica. Il disegno si avvicina alla cosiddetta linea chiara, un approccio che garantisce nitidezza e precisione, eliminando il superfluo ma non trascurando i dettagli. Le tavole sono pulite, con contorni netti e definiti, che delineano i personaggi e i paesaggi con un’eleganza quasi chirurgica.

A questa struttura precisa si abbina un uso sapiente del colore che, con il suo plot cromatico, attinge a una palette fiabesca e invitante. I colori sono luminosi e vibranti, evocando l’atmosfera magica e misteriosa della Francia merovingia in cui la storia è ambientata. Le scene diurne sono avvolte da tonalità calde e dorate, che suggeriscono un mondo incantato e al contempo pericoloso. Le ambientazioni notturne, invece, sono dominate da sfumature fredde e oscure, che accentuano il carattere tenebroso e misterioso della narrazione.
Insieme, la linea chiara e il color plot creano un equilibrio perfetto tra forma e contenuto, esaltando la narrazione senza appesantirla. Ogni vignetta diventa così un’opera d’arte a sé stante, in grado di raccontare una storia con l’immediatezza e la potenza visiva di un quadro.

La narrazione in Tenebrosa si avvale di registri moderni che si applicano ad un canovaccio classico. Il risultato è quello di riuscire a coinvolgere anche chi, come me, non si è mai fatto trasportare completamente dalle storie di cappa e spada.
Un applauso finale va alla Sergio Bonelli, che già con la sua linea Audace (ve ne parlo qui) ha sollevato più volte l’asticella. Ma che qui, non fa sconti, ed espande ancora di più il catalogo della storica casa editrice di via Buonarroti.
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