
Il quarto capitolo dell’epopea vampiresca-Emiliana di Vanna Vinci chiude la parabola e conclude il viaggio notturno. Quello che ci rimane è la voglia di leggerne ancora.

La lettura dei quattro volumi che compongono la storia di Jana, la protagonista di Viaggio Notturno è intensissima a livello emozionale, scivolando in un vortice morboso dove sensualità e dipendenza si fondono assieme.
La trama di Viaggio Notturno segue le vicende di Jana, una giovane donna che viene coinvolta in un oscuro mondo di vampiri nella regione dell’Emilia. A portarla a Bologna è l’eredità di Vera, un’anziana signora sua vicina di casa in Sardegna. Jana, inizialmente scettica e ignara della reale esistenza delle creature della notte, si trova a confrontarsi con eventi inspiegabili che cambiano per sempre la sua percezione della realtà. Viene sedotta dal fascino tenebroso di un vampiro di nome Lupo (dalle fattezze di un giovane Paul Weller) il quale le svela segreti millenari e la introduce a un mondo sotterraneo e misterioso.
Jana si trova a lottare per mantenere la sua umanità, cercando di resistere alla crescente attrazione e alla tentazione di abbandonarsi completamente alla vita immortale. I conflitti interiori diventano più intensi man mano che il suo legame con Lupo si approfondisce, e si trova sempre più divisa tra il desiderio di proteggere le sue memorie e l’attrazione per questo nuovo mondo.

Ci sono diversi elementi che convergono all’interno dell’arco narrativo principale. C’è la gestione della casa bolognese, funzionante come espediente da romanzo gotico. La casa anche in questo volume è un elemento che quasi vive – emana segnali, apre porte su un mondo oscuro e sommerso.
La componente esoterica è parte dell’architrave narrativa ovviamente. Le creature vampiriche che accompagnano Jana, hanno contraltare l’acqua. E proprio la memoria dell’acqua, in contrapposizione a quella del sangue, presenterà l’elemento chiave.
Parte di Viaggio Notturno è uno strepitoso atto d’amore per la città di Bologna. Quella degli universitari, con le canzoni al posto dei ballon, che uno a leggerli, se li canta in mente. È un omaggio alle osterie, fumose degli anni settanta. quelle dove potevi trovare Guccini o Dalla e tanta, tantissima gente normale. C’è poi la Bologna dei sotterranei, meno conosciuta ma onnipresente. Lupo ci tiene il magazzino della sua bottega d’antiquariato, ma non è il solo.
Jana naviga in mezzo a tutte queste anime e, nel mezzo c’è la sua.
Perché in fondo Viaggio Notturno è un romanzo di formazione. Costruito sul perdersi e trasformarsi, diventando una creatura che neppure la sua ombra riconoscerebbe. Albina, algida.

Un viaggio dove si è disposti a fare qualsiasi cosa per perdersi e cercarsi. Ci sono almeno due scene, in questo quarto volume ad alitassimo contenuto erotico. Scene in cui il solo fluido corporeo che Jana e Lupo si scambiano è il sangue. Ma che vengono spinte oltre la sensualità e la morbosità.
Al punto che finalmente Jana può effettuare il viaggio di ritorno. La sua metamorfosi che, come tutte le metamorfosi paga il pegno dell’entropia. E nulla rimane come prima.
Un altro aspetto da non trascurare è il tratto distintivo dell’illustratrice Vanna Vinci. Vanna ha uno stile unico e inconfondibile, caratterizzato da un’eleganza sottile e da un uso sapiente delle linee e delle ombre. Le sue illustrazioni riescono a catturare l’essenza dei personaggi, rendendoli vivi e pulsanti su carta. La sua capacità di combinare dettagli delicati con una forte espressività visiva rende ogni tavola un’opera d’arte a sé stante, capace di trasmettere emozioni profonde e complesse.

Si tratta di una storia complessa, che lascia col desiderio di averne di più e che esprime l’ansia sociale del trasformarsi per adattarsi ad un mondo che non ci appartiene mentre lottiamo con tutte le forze per trovare noi stessi. Perdendone il pelo, ma non certo il vizio.
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