
Ken Parker – Lungo Fucile, torna nel rooster Bonelli con una storia che ci porta al tragico epilogo sognato da Berardi e Milazzo, fin dove arriva il mattino, citando Emily Dickinson.
La potenza narrativa di un eroe crepuscolare

Dopo dieci anni dall’edizione integrale Mondadori che segnò un momento storico per il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, Ken Parker fa il suo glorioso ritorno nel rooster dei personaggi pubblicati da Sergio Bonelli Editore. Un evento che non può passare inosservato, soprattutto per la straordinaria maestria con cui Berardi e Milazzo hanno saputo dare vita a uno degli eroi più atipici e profondi del panorama fumettistico italiano.
Ken Parker, il trapper che ha popolato le pagine di storie intrise di umanità e realismo, ritorna con un volume cartonato che riesce a coniugare il fascino intramontabile del personaggio con un’evoluzione narrativa che non smette di sorprendere. La Bonelli, con questo nuovo capitolo, ci regala non solo una storia, ma un piccolo gioiello, un tributo a un eroe crepuscolare che ha saputo attraversare il cuore dell’immaginario letterario.

La storia, già pubblicata dieci anni fa nell’edizione integrale Mondadori, aveva destato scalpore per il suo finale tragico e in controtendenza con il format delle tradizionali produzioni Bonelli. L’avventura di Ken Parker si concludeva in un modo che era al contempo naturale e sconvolgente: un eroe che invecchia, che si consuma, e che alla fine muore. Una narrazione coraggiosa e naturalistica, che spezza gli schemi e ci mostra il trapper dopo i suoi ultimi giorni di prigionia.
Accusato ingiustamente dell’omicidio di una guardia, Ken riesce a sopravvivere in un carcere segnato da corruzione e violenza. Ma l’uomo che esce da quella prigione non è più lo stesso. La pietas che lo ha sempre contraddistinto evolve, arricchita di rabbia e dolore, ma mai abbandonata. Berardi ci racconta un Ken che si infiltra in un gruppo di assassini conosciuti dietro le sbarre, con l’obiettivo di liberare degli ostaggi in preda alla sindrome di Stoccolma. Parallelamente, ci viene narrato uno spezzone degli anni di prigionia, dove Ken vendica il torto subito da un giovane ragazzo per mano di un’ennesima guardia corrotta.

Ivo Milazzo ci restituisce, con il suo tratto magistrale, un Ken Parker segnato dal tempo e dalla vita. Gli anni trascorsi lasciano segni indelebili sul volto e sull’animo del trapper, ma la sua essenza rimane salda e inalterata. Milazzo gioca con il chiaroscuro in modo sublime, rendendo ogni tavola un riflesso della dualità dei sentimenti e delle ombre che abitano l’animo umano. A differenza dell’edizione Mondadori, dove i disegni apparivano a tratti essenziali, questa nuova edizione cartacea riesce a bilanciare magistralmente luce e ombra, rafforzando il legame tra la narrazione e l’evoluzione emotiva del personaggio.
Il nuovo volume cartonato rappresenta un’occasione irripetibile per i fan di Ken Parker e per chiunque voglia avvicinarsi alle sue storie. In un formato curato nei minimi dettagli, la Bonelli ci offre la possibilità di cavalcare un’ultima volta con Lungo Fucile, accompagnandoci in un viaggio che abbraccia la complessità e la bellezza della natura umana.

Questo volume arriva in parallelo alla ripubblicazione integrale delle avventure di Ken Parker, promettendo centinaia di storie meravigliosamente umane. Ma è proprio il cartonato che riesce a catturare il senso più profondo del personaggio e della sua evoluzione. Un piccolo gioiello che ci ricorda l’importanza di avere Ken Parker nel panorama delle produzioni Bonelli, come simbolo di un fumetto che sa ancora emozionare, sorprendere e far riflettere.
Assolutamente da non perdere.
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