Simulacri Stagione 2 – Bonaccia inaugura il secondo ciclo dell’acclamata serie Bonelli, portando la firma di Jacopo Camagni, Marco B. Bucci ed Eleonora Caruso per soggetto e sceneggiatura. Il volume si inserisce in un contesto editoriale vivace, segnato dal desiderio di sperimentazione e dalla volontà di offrire ai lettori un’esperienza fumettistica che superi i confini tradizionali dell’orrore e del weird italiano. Questa nuova stagione si apre con un’atmosfera sospesa, quasi rarefatta, che trasporta il lettore in un mondo dove la quiete è solo apparente e ogni pagina cela tensioni sotterranee pronte a esplodere.

Il ritorno dei protagonisti storici è gestito con grande consapevolezza narrativa (qui vi dico qualcosa sugli altri volumi) . Duccio, in particolare, si conferma il fulcro emotivo e simbolico della saga: la sua evoluzione è tratteggiata con sfumature nuove, che lo rendono più complesso e umano. Il personaggio si trova ora a fare i conti con le conseguenze delle scelte passate, in un percorso di crescita che mescola rimorso, determinazione e una sottile inquietudine. Gli autori riescono a evitare ripetizioni, costruendo per Duccio una nuova dimensione affettiva e psicologica che lo avvicina ai grandi protagonisti del fumetto contemporaneo.
La seconda stagione introduce con coraggio nuovi personaggi destinati a confrontarsi con le ombre che permeano l’universo di Simulacri. Queste figure si distinguono per la capacità di incarnare tematiche attuali e profonde. Il loro ingresso arricchisce la narrazione di tensioni inedite e dialoghi dal sapore autentico, segnando il passaggio verso una coralità più adulta. I nuovi protagonisti non sono semplici comparse, ma veri e propri motori del racconto, costretti a misurarsi con l’oscurità non solo esteriore ma, soprattutto, interiore.

Uno dei tratti distintivi di Bonaccia è l’approfondimento delle relazioni affettive, spesso declinate in chiave morbosa e perturbante. La scrittura di Camagni, Bucci e Caruso si fa chirurgica nell’analisi dei legami tra i personaggi: amori impossibili, amicizie tradite e rapporti familiari segnati da conflitti irrisolti si intrecciano in una tela emotiva densa di ambiguità. L’atmosfera che ne deriva è carica di tensione e vulnerabilità, riflettendo una visione adulta e disincantata delle relazioni, dove il confine tra attrazione e distruzione è sempre labile.
Il weird, da sempre cifra stilistica della serie, trova in questa seconda stagione una nuova profondità. Gli autori ampliano il ventaglio simbolico, giocando con archetipi e metafore che spingono la narrazione oltre i limiti del genere. Oggetti, ambienti e situazioni si caricano di significati nascosti, invitando il lettore a una lettura stratificata e mai banale. Il simbolismo diventa strumento di esplorazione psicologica e sociale, capace di evocare inquietudini contemporanee senza mai scadere nel didascalico. Il risultato è un racconto che si fa specchio delle ansie e dei desideri dell’epoca, lasciando spazio all’interpretazione personale.

Il comparto grafico di Simulacri Stagione 2 – Bonaccia rappresenta uno dei punti di forza del volume. David Ferracci e Samuel Spani offrono una prova d’autore, con disegni che oscillano tra eleganza raffinata e inquietudine visiva. Le tavole sono costruite con attenzione maniacale ai dettagli, capaci di rendere tangibile la tensione emotiva dei personaggi e la densità degli ambienti. I volti, spesso scolpiti da ombre profonde, esprimono una gamma di emozioni che coinvolge e destabilizza il lettore. I colori di Valeria de Sanctis, intensi e sfumati, amplificano la dimensione simbolica e weird, generando atmosfere sospese tra sogno e incubo. Ogni vignetta è pensata per dialogare con la narrazione, arricchendo il testo di suggestioni visive che rimandano alla grande tradizione europea.
Non si può parlare di Simulacri Stagione 2 senza sottolineare il debito stilistico verso la BD francese. Il volume si ispira esplicitamente alle soluzioni grafiche e narrative della scuola franco-belga, sia nella gestione dello spazio che nell’approccio visivo ai personaggi. La contaminazione è evidente nella costruzione delle tavole, nell’uso dei colori e nella scelta di ritmi narrativi più dilatati e contemplativi.

La pubblicazione di Simulacri Stagione 2 – Bonaccia rappresenta un atto di coraggio editoriale per Sergio Bonelli Editore. La casa editrice, tradizionalmente legata a generi e formati consolidati, sceglie di investire su una serie che punta tutto sulla maturità tematica e sulla sperimentazione stilistica. Il volume si fa portavoce di un nuovo modo di intendere il fumetto italiano, in cui la paura, il mistero e la riflessione psicologica si intrecciano senza compromessi. Bonelli dimostra così di essere in grado di rinnovare la propria proposta, accogliendo le sfide del mercato contemporaneo e offrendo ai lettori un prodotto di qualità, originale e coraggioso.
Simulacri Stagione 2 – Bonaccia segna un passaggio cruciale nella storia della serie, elevando il racconto a livelli di complessità e maturità finora inediti. La ripresa dei personaggi storici, l’introduzione di nuove figure destinate a confrontarsi con l’oscurità, l’approfondimento delle relazioni e la persistenza dell’elemento weird contribuiscono a creare un volume ricco e stratificato.
