Ne parla tutto il web, per cui, se dovessi seguire questo tipo di logica, l’astuta manovra di marketing della DC comics ha funzionato a dovere e, anche io con queste righe sto contribuendo a far vendere più copie del vecchio azzurrone. È davvero così?
Vediamo cosa succede.
Probabilmente non sapete che Clark Kent è da qualche tempo nello spazio e che ha affidato le sorti della Terra a suo figlio Jon. E se non sapete che, grazie a Tom Taylor, Jon ha appena dimostrato di avere una sessualità fluida, allora probabilmente anche voi siete in viaggio con papà Clark. Per tutti gli altri è di questo che vorrei parlarvi.
Secondo Tom Taylor sostituire un Superman con un altro era un’occasione sprecata, se non si provava a smuovere le acque. E lo si è fatto mostrando Jon bisessuale. E questo ovviamente ha scatenato l’inferno dei click sia da una parte che dall’altra. Io devo dire che trovo la questione affascinante, e la possibilità narrativa florida.
Parliamoci chiaro, recentemente, e soprattutto in casa DC, una pletora di personaggi ha fatto coming out, il nuovo Aquaman, la figlia di Lobo, Tim Drake. Quindi la possibilità che il marketing stia cavalcando un’onda mediatica c’è, ma non significa che sia tutto da buttare.
Se parliamo di personaggi che hanno una storia di decadi alle spalle, modificarne l’orientamento, potrebbe essere deleterio. E si, in certi casi poco credibile. Pensate all’Iceman scritto da Brian Michael Bendis. Un personaggio dichiaratamente etero, al limite dall’essere definito sciupafemmine, incontra una sua versione più giovane di se stesso che invece è gay, e improvvisamente, si ricorda di essere gay. Andiamo è ridicolo! Personalmente mi sentirei offeso se mi dessero il contentino di un personaggio che mi rappresentasse in questa maniera. Stesso discorso per Tim Drake. Una storia lunga decadi alle spalle e mai l’ombra di un dubbio. Poi all’improvviso, il coming out. Ho il sospetto che non funzioni proprio così…
Lasciatemi fare un disclaimer prima di essere additato come l’ennesimo machista in una comunità che spesso e volentieri rischia di essere additata come conservatrice. Sono cresciuto con personaggi come Northstar o Rictor, dichiaratamente gay, e mi andavano bene così. Del resto, se si passa l’adolescenza a leggere i fumetti degli X-Men scritti da Chris Claremont, solo due cose possono essere vere. Probabilmente si sa bene cosa significa essere bullizzati. E conosciamo il significato della parola inclusione prima ancora che la parola inclusione esistesse.
Ecco, ora che si è fugato ogni dubbio, ragioniamo sulla bontà della storia. Che le case editrice siano fatte da scrittori, editor ed editori che devono far quadrare i conti e vendere copie, è un dato di fatto. Lo scrittore non è una entità assolutamente pura, arsa dal fuoco sacro della creatività ed avulso da ogni genere di compromessi. Al contrario, è proprio se a dispetto di quei compromessi che riesce a tirare fuori una bella storia che emerge il genio. Per cui, mi chiedete se la DC stia cavalcando l’onda LGBTQ+ ? Probabile. È un fattore squisitamente negativo? No.
Pensate ad un prestigiatore, di quelli che segano l’assistente in due nel mezzo dello show. Se ogni volta che guardiamo le gambe e le braccia della povera assistente allontanarsi in maniera innaturale, ci ricordassimo che probabilmente il trucco è che stiamo vedendo gambe e braccia di due donne diverse, ci perderemmo la magia, no? Il bravo mago è quello che non ti fa pensare al trucco ma ti racconta una bella storia.
E se con le belle storie si riesce persino a creare nuovi modelli, e dare nuovi esempi alle generazioni più complesse di sempre, allora credo proprio che il trucco riesca senza ombra di dubbio.
Lasciamo da parte Tim Drake, quella è una ovvia stupidaggine. Ma Jon Kent lo conosciamo da poco. Certo nel futuro ha bacio Saturn Girl, ma un dubbio è onestamente accettabile in un giovane, specie se nella sua storia non esistono decadi di certezze. Che oi sia funzionale a un marketing ben riuscito, mi importa poco se chi lo legge applaude ad un Superman dalla sessualità fluida.
Certo, potreste dirmi che alla fine ci interessa il tizio in mutandoni, non cosa combina a letto. Verissimo. Però poi datemi una spiegazione alle tre decadi di Mary Jane Watson Vs Gwen Stacy per favore.
Credo che questo Jon Kent possa impartire un grande esempio a tanti ragazzini che leggeranno il fumetto con una nuova sensibilità. A cui applaudo. Se mi chiedete se con un personaggio differente da Superman avrebbe destato lo stesso tipo di baccano mediatico, rispondo che no, non ci credo.
Solo che a volte, ci farebbe bene a tutti goderci un trucco magico. Anche se l’illusionista ha il cilindro bucato, e dal doppio fondo il coniglio si vede benissimo che è un peluche.