La nuova serie di Sean Murphy, pubblicata in Italia da Astra è uno spassoso divertissement a tema metafumettistico.
Di Sean Murphy è universalmente noto l’amore per il Cavaliero Oscuro. E la sua resa in chiave ipercinetica nella saga del cavaliere bianco è basata su un alto tasso adrenalinico. Personalmente però, ne ho sempre amata character e tech design. Il suo tratto ci regala corpi ben bilanciati con espressioni appena al limite della caricaturalità. Il suo design è impeccabile ed ipercinetico. Se si tratta di tecnologia o architetture, il suo stile è altamente dettagliato.
E di certo questa caratteristica non scompare in the Plotholes. Anzi, è abbastanza probabile che Murphy, smarcato dal rigido canone vigente a Gotham City riesca a spaziare a briglie sciolte su di un universo di cui è il completo demiurgo.
Va applaudita la Massive (già nota come Whatnod) per aver rischiato. E altrettanto va fatto con Astra, l’etichetta dedicata ai comics americani di Star Comics.
In questo volume, l’espressività grafica è tutta là. Anzi, data la marcata propensione a mescolare più generi, il risultato è ancora più esplosivo. Potrei sbagliarmi, ma questa è la chance di gareggiare allo stesso livello di stardom con Daniel Warren Johnson.
Sul punto di vista della narrativa, a dispetto di una regia impeccabile, ci troviamo di fronte ad una linearità che forse a volte è troppo semplicistica. Ma ricordandoci che siamo nel regno del puro entertainment, il deja vu si assorbe quasi da solo.
Si parlava di metafumetto. E non saprei come definirlo altrimenti. Il livello di citazioni spazia da Matrix a 2112 (la graphic novel di John Byrne che diede il via all’universo di Next Men). I plot Holes sono un gruppo di eroi particolari. Il loro ruolo è quello di eliminare le inconclusioni e le discrepanze nei romanzi e fumetti in fase di editing in modo da garantirne la pubblicazione.
La difficoltà è nel non farsi scoprire dai personaggi al fine di rovinarne la trama una volta per tutte. E l’elemento scatenante avviene quando Surge, un membro del gruppo, vira sul lato oscuro cominciando a rendere impubblicabili tutti i romanzi. Stara ad Inkslayer, la nuova recluta, ed al resto della combriccola a fermarlo prima che faccia collassare tutto il sistema.
Come vi dicevo, tanta, tanta adrenalina. Ed un livello energetico assolutamente spassoso. Murphy ci regala alcune considerazioni sull’importanza dei malvagi nelle storie (hanno sempre le battute migliori, vero, ma la battuta è presa dal meraviglioso Glow).
Il volume è realizzato in maniera impeccabile. E le matite di Murphy indubbiamente rapiscono. Non leggetelo se cercate un nuovo Watchmen, ma se avete voglia di appassionarvi ad un blockbuster, sappiate di essere sulla strada giusta.
L’entertainment ed il vago sapore, consapevole a dirvela tutta, di anni ’90, rende la storia però estremamente godibile.
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